Ti siedi davanti al foglio bianco, le dita fremono sulla tastiera, ma qualcosa ti blocca. Le parole restano sospese, prigioniere di un pensiero insistente: E se non fossi abbastanza?
Hai mai sentito quella voce che nasce nel profondo e ti sussurra: "Ma chi sono io per scrivere questa storia?", "La mia voce non ha nulla di speciale", "Ci sono già tante persone là fuori che scrivono meglio di me"? Se queste frasi ti risuonano, sappi che non sei sola. Il blocco dell’autenticità nella scrittura è una delle paure più comuni tra chi sente il bisogno di esprimersi sulla pagina ma teme di non avere abbastanza da dire, o di non essere abbastanza.
Scrivere significa mettersi a nudo, è un atto di vulnerabilità e, proprio per questo, può essere spaventoso. Ma la verità è che la tua voce è già unica. L’unico problema è che, forse, non la stai ancora ascoltando davvero.
Uno dei motivi per cui ci blocchiamo nella scrittura è il confronto con gli altri. Leggiamo romanzi meravigliosi, seguiamo le nostre scrittrici preferite sui social, ammiriamo persone che sembrano avere una voce cristallina e autentica. E noi? Ci sentiamo piccole, incerte, scolorite. Ogni parola che scriviamo ci sembra banale, scontata, già letta altrove.
Questa insicurezza è alimentata dalla sindrome dell’impostore, quella sensazione pervasiva di non essere abbastanza competenti o legittimate a scrivere. Ti ritrovi a rileggere ogni frase mille volte, a cancellare più di quanto scrivi, a rimandare sempre il momento di condividerlo. Ma ecco una verità che forse non hai mai considerato: anche le scrittrici che ammiri si sono sentite così. Ogni scrittrice, ogni narratrice, ha dovuto affrontare il timore di non essere all’altezza. La differenza tra chi scrive e chi rimane bloccata non sta nel talento, ma nella capacità di accettare la propria voce e darle spazio.
Uno strumento potente per spegnere il rumore del confronto e ritrovare la propria autenticità è la mindfulness. Quando ti accorgi che stai paragonando la tua scrittura a quella degli altri fermati, respira, riconosci quel pensiero ma non lasciare che ti definisca.
Un esercizio semplice ma efficace:
Più pratichi questa consapevolezza, più la tua voce inizierà a emergere con autenticità.
Spesso cerchiamo la nostra voce come se fosse un tesoro nascosto, qualcosa di lontano da noi, che dobbiamo conquistare con fatica. In realtà, la nostra voce è già dentro di noi. È nei nostri pensieri più spontanei, nel modo in cui parliamo alle persone che amiamo, nelle emozioni che emergono quando scriviamo senza freni. Lavorare sulla propria autenticità non significa inventarsi qualcosa di nuovo, ma imparare a riconoscere e accogliere ciò che è già nostro.
Se senti di aver perso il contatto con la tua autenticità nella scrittura, ecco un esercizio che potrà aiutarti a ritrovarla.
Lasciati ispirare, ma non copiare.
Leggere è fondamentale per ogni scrittrice, ma c’è una differenza tra lasciarsi ispirare e cercare di emulare gli altri. Un esercizio utile:
Come editor, mi capita spesso di lavorare con autrici che si sentono bloccate proprio perché non riconoscono la propria voce. Leggo le loro parole e percepisco il loro tentativo di aderire a uno stile che non gli appartiene, di scrivere come “si dovrebbe” invece che come vorrebbero davvero.
Anche io, all’inizio, mi sono trovata nella stessa situazione. Per anni ho analizzato testi, ho studiato le voci di grandi autori, cercando di capire quali elementi rendessero la scrittura efficace. Ma quando si trattava di scrivere per me, sentivo di non avere un tono autentico, di non essere abbastanza “brava”. Ma lavorando sui testi delle mie clienti, ho visto chiaramente il problema: il loro testi arrivavano ad emozionare davvero quando scrivevano una scena per il piacere di rivelarsi e raccontarsi attraverso quella storia, senza cercare di creare il testo perfetto.
La chiave dell’autenticità è ascoltare ciò che è già in noi, accoglierlo e trasformarlo in opera d’arte. Per questo, il cuore del mio lavoro è diventato aiutare le persone a riconoscere e valorizzare la propria voce autentica.